DISASTRO AEREO BARI-DJERBA 2005: LE AUTORITA' SBAGLIANO E PARIGI RIGETTA L'ESTRADIZIONE!!!
Il disastro aereo dell’Atr 72 Bari-Djerba della Tuninter purtroppo è ancora una volta all'ordine del giorno e non per una notizia positiva.
La Corte d'Appello di Parigi ha rigettato la richiesta di consegna allo Stato italiano del condannato Kebajer Alì, il copilota all'epoca dei fatti, arrestato in Francia.
Il motivo? Mi vergogno a scriverlo, ma ci proverò:
le Autorità italiane non avrebbero fornito all'Autorità giudiziaria francese i chiarimenti richiesti.
"Purtroppo al disastro aereo si è aggiunto quello burocratico in quanto è stato riportato un testo non pertinente al nostro caso!!!"
così si esprimono sulla pagina facebook Associazione capogallo 6 agosto 2005
sulla quale si aggiunge anche:
"Ma vi rendete conto di come sono andate le cose???
Già nel 2015 fu arrestato in Austria un altro condannato su cui pendeva il mandato d'arresto europeo, ma rilasciato a seguito di cauzione è stato rilasciato ed è fuggito in Tunisia, sfuggendo alla giustizia italiana.
A voi le considerazioni finali!"
Paradossalmente è ancora un calvario per i parenti ed amici delle vittime che non riescono a farsi una ragione del fatto che devono subire la beffa di non poter nemmeno realizzare quel desiderio di giustizia che, almeno sulla carta, è stato esaudito, dopo diversi anni, ma che non si è ancora concretizzato, di fatto.
Anzi, quando questa vicenda balza nuovamente agli onori delle cronache, sembra che lo faccia solo per prendere in giro coloro che già hanno subito danni che nessuno potrà risarcire in nessun modo.
Morirono 16 persone quel tragico giorno, altre 23 rimasero ferite, ma non persero la vita.
Era il 6 Agosto 2005;
L’ammaraggio dell’Atr al largo delle coste di Palermo divenne cronaca per tanti, ma per alcuni un vuoto incolmabile che ha fatto scaturire voglia di combattere e lottare affinché si trovassero i colpevoli, affinché non fosse solamente un semplice incidente.
Solo dopo una lotta durata 8 anni si giunse finalmente alla conclusione e furono condannate in via definitiva nel 2013 sette persone.
Purtroppo però non siamo davanti alla tv a guardare un film poliziesco, nel quale il giudice emette la sentenza e "giustizia è fatta"...
La vita reale già di solito è piena di fregature...
in questo caso poi, sembra quasi una presa in giro...
cosa voglio dire?
Beh, iniziamo con ordine, intanto nessuno dei colpevoli fino ad oggi è finito in carcere!
La prima beffa, infatti arrivò già alla sentenza:
Nel 2013 la Cassazione confermò le sette condanne per tecnici e piloti della compagnia aerea, tutti tunisini; le pene oscillano tra i 6 anni e 8 mesi e i 5 anni e 8 mesi per i reati di disastro colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose gravissime.
Eppure c'è un "però" ...
che "è da far uscire matti".
La convenzione di cooperazione giudiziaria italo-tunisina non prevede l’estradizione!!!
Non potendo fare niente a tal riguardo si decise di emettere mandati di arresto europeo.
Quindi in teoria i colpevoli sono salvi, se rimangono nella propria nazione, ma dovrebbero essere arrestati se varcassero il territorio europeo.
Una specie di premio di consolazione per chi aspetta da tanto tempo che i colpevoli paghino.
Il problema è che quando il miracolo accade, ci si fa sfuggire nuovamente il colpevole e lì non ci siamo più e non ci può essere più pazienza.
L'ho scritto; Cosa è accaduto in queste ultime ore?
La Corte di Appello di Parigi ha rigettato la richiesta di consegna all’Italia di uno dei condannati, a causa di un errore del Ministero della Giustizia nell’invio della documentazione richiesta dall’autorità giudiziaria francese.
Non può esistere una cosa del genere ....
è da film stupido di serie B della peggiore specie, peggio dei film pecorecci che una volta volevano spacciare per commedia all'italiana.
Dodici anni sono tanti, specialmente se hai perso qualcuno ed aspetti che venga fatta giustizia.
E' vero che però quest'ultima parola a volte è solo l'eco lontano di quel desiderio che ognuno di noi avverte come qualcosa che ci potrebbe essere, ma che di fatto non arriva mai.
Una speranza tante volte illusa e disillusa...
Quante volte abbiamo usato la frase "al peggio non c'è mai fine"?
Sicuramente molte di queste volte neanche facevamo riferimento a fatti accaduti che possiamo considerare gravissimi; è un po' come usare le frasi fatte per forza, anche se si tratta di ripetere una cantilena all'infinito.
Oggi possiamo usarla quella frase, probabilmente nel miglior modo possibile e potremmo aggiungerne altre di frasi fatte; imprecare contro qualcuno, dire che è la solita buffonata all'italiana e sarebbe anche troppo poco.
Il fatto è che non parliamo di una vicenda di poco conto, ma di un evento tragico in cui perirono 16 persone e che di fatto, anche se di errore umano si trattò nessuno ne ha pagato le conseguenze.
L'Associazione familiari delle vittime del disastro aereo di Capo Gallo del 6 agosto 2005(Associazione capogallo 6 agosto 2005 ), in una lettera inviata al ministro Andrea Orlando ha denunciato l'ennesima beffa ed ha chiesto di fare qualcosa se c'è ancora la possibilità.
L'ennesima disattenzione e superficialità non può essere tollerata!
Io spero che i colpevoli paghino per quello che hanno fatto,
come spero che anche chi si macchia di errori madornali come questi, possa porvi rimedio innanzitutto, ma che si veda tremare la sedia sotto il culo e che venga a rispondere dinanzi agli organi competenti, ma anche ai familiari ed amici delle vittime....
ed alle vittime stesse....
se esiste una coscienza.
Vorrei inoltre, finalmente scrivere la parola fine a tutta questa vicenda...
ovviamente il finale non potrà mai essere lieto, per ovvie ragioni,
ma adesso basterebbe la soddisfazione di vincere l'unica battaglia possibile.
Commenti