BUILT! - THE HOUSEMARTINS - MOLTO PIU' DI UN BRANO: GALEOTTO IL DISCO E CHI LO ASCOLTO'
A volte non siamo noi a scegliere la musica, ma è questa che ci cerca e ci porta per mano.
Nella vita siamo portati sempre a costruire qualcosa,
con piena cognizione di causa, qualche volta, ma molto spesso, senza neanche accorgercene.
Capita anche per quella che diventa quasi per gioco una colonna sonora di un periodo particolare, ma che non ci sogneremmo nell'immediato di darle sua reale importanza.
Non parlo di 10 anni fa, ma molti di più e non dico di aver appreso istantaneamente il senso di questa canzone, o almeno di quello che sarebbe diventato per me (e non solo).
Potenza e magia della musica e di quel qualcosa che non cogliamo immediatamente, ma che ci sorprende anche a decenni di distanza.
Una settimana folle a casa mia con una comitiva intera che vi si stabilisce ed un LP degli Housemartins, intitolato Now That's What I Call Quite Good, a fare da sottofondo alle cose più folli ed a quella che descrivere come un'idea che cominciava a frullare nella mente, può essere considerato molto riduttivo. (specialmente col senno di poi).
Fatti personali, questi, ma magari qualcuno li vorrà condividere con me, qualcuno lo farà per forza di cose, altri per forza di causa maggiore.
Se a qualcuno non gliene frega niente ecco l'occasione di riascoltare un brano meraviglioso, un album superlativo e per i più giovani, scoprire grandi artisti e una grande raccolta, nel caso non conoscano questo grande gruppo.
Il disco fu pubblicato nel 1988, immediatamente dopo la separazione della band, ma i fatti di cui ho fatto cenno, sono accaduti qualche anno dopo.
Una grande raccolta
che contiene, oltre a materiale proveniente dalle precedenti
produzioni (album e singoli) del gruppo, anche una serie di
registrazioni radiofoniche e cover come "You've Got a Friend" (scritta da Carole King e portata al successo da James Taylor nel 1971, il mio anno di nascita) o He Ain't Heavy, He's My Brother, brano del 1969 degli Hollies.
Eppure dovevo saperlo che l'album che conteneva "Carovan of love" poteva essere pericoloso 😂😂😂😂
A tal proposito ho sempre sognato che il giorno del mio matrimonio qualcuno si potesse alzare durante la celebrazione e cominciare ad intonarlo, con altri in diversi punti della Chiesa ad unirsi in un grande coro ... a cappella, appunto, proprio com'è stato realizzato il brano. (ho visto qualcosa del genere in un film, credo, ma non ricordo quale)
Purtroppo non sarà possibile perché non sono ammessi durante le funzioni religiose, brani di musica leggera.
Quindi non lo proporrò neanche al parroco 😞
La combinazione vuole che tra i 24 brani dell'album ce ne sia uno che divenne leggenda in quei giorni di tanti anni fa, precisamente il numero 10 (e non poteva essere altrimenti)
"Built"
Non per tutti ebbe lo stesso significato, per molti era solo un bel brano, mandato così tante volte da doverne storpiare il nome per riconoscerlo e rimetterlo ancora.
"metti ... ciucciupappajè" fu il tormentone ....
ma per qualcuno era anche la maniera inconsapevole di proiettarsi nel futuro.
Da quel momento si è fondato, eretto, modellato, costruito, edificato qualcosa di importante; si può anche dire che si sia nidificato ormai....
La casa è quasi pronta ed il giorno è stato fissato,
se mi chiedessero quale sarà il primo ballo, io e la mia futura sposa risponderemmo:
"Non so, non abbiamo una vera e propria ... nostra canzone"
ma in realtà la nostra mente tornerebbe a quei momenti, quando non stavamo neanche tanto a pensare alle parole di quel brano che effettivamente diceva
It's build a house where we can stay,
Add a new bit everyday.
Add a new bit everyday.
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