"L'IMPORTANZA DI CHIAMARSI ERNEST" DOPO L'ANTEPRIMA, PRONTI PER IL 7 E 8 MAGGIO! - TEATRO ANGIOINO IN MOLA DI BARI
Ho avuto il piacere di assistere
all'anteprima della commedia teatrale di Oscar Wilde che Il gruppo Teatrale Il Palcoscenico porterà in scena Sabato 7 e Domenica 8 Maggio 2016 presso il Teatro Angioino in Mola di Bari, a partire dalle ore 20:00.
all'anteprima della commedia teatrale di Oscar Wilde che Il gruppo Teatrale Il Palcoscenico porterà in scena Sabato 7 e Domenica 8 Maggio 2016 presso il Teatro Angioino in Mola di Bari, a partire dalle ore 20:00.
Isabella Gaudiuso, Marino Maringelli, Nicola Desilvio,
Angeliana Del Vecchio, Stefania Assenti, Isa Colucci, Antonio Mazzotta e
Stefano Difonso con la Regia di Nilla Pappadopoli
hanno dato vita ad una piacevole serata nella quale il tema del lavoro teatrale è stato amplificato dalla voglia di mettersi in gioco dei protagonisti.
Siamo tornati in epoca vittoriana, mica abbiamo fatto un salto di 10 anni....
ma per certi versi ne siamo sicuri?
Diciamo che come presentazione vale ancora tutto quello che avevo scritto nei mio articolo precedente che tanto era stato apprezzato anche dagli stessi protagonisti:
Aver visto i tre atti di questa bella commedia mi permette, però, di fare qualche considerazione in più.
Innanzitutto devo fare i complimenti agli attori per un motivo ben preciso; il testo l'ho trovato difficile, ma non tanto per i doppi sensi e per quello stile inconfondibile di Oscar Wilde di narrare con i paradossi le sue opere, quanto per la quantità di battute da ricordare.
Sul palco le movenze, le espressioni ed anche le "smorfie" erano talmente naturali da far credere di guardare veramente i personaggi in questione.
Era durante gli intervalli che le mie riflessioni erano tipo: "Ma come si fa a ricordare tutta la parte.... non finisce mai!".
Poi però il sipario si alzava nuovamente e si veniva catapultati nella storia.
La storia è particolare ed assume significati ai quali ho già accennato nel precedente articolo, su un nome (ed il suo significato che probabilmente si apprezza molto di più nella versione originale inglese Ernest ha lo stesso suono di "Earnest" che significa onesto, affidabile) si basa tutta la volontà di Oscar Wilde nel mettere in evidenza la società vittoriana inglese, praticamente fondata sull'apparenza e sulla forma.
La cosa che lascia da pensare è che in tema di grandi artisti britannici vi è un concetto assolutamente contrario a quanto scritto da William Shakespeare:
"Che cos'è un nome? La rosa avrebbe lo stesso profumo anche se la
chiamassimo in un altro modo" fa dire a Giulietta, per esempio.
Nel caso de "L'importanza di chiamarsi Ernest" invece vige la legge contraria; nell'alta
società britannica non è la persona a contare, non è la sua essenza, ma
l'apparire.
E questo può essere dato anche dal fatto di avere un nome anzichè un altro, nonostante questo possa essere falso.
Un'altra delle cose che mi hanno colpito, riguarda l'espressione degli attori a spettacolo terminato, un misto di soddisfazione, ma anche una specie di rilassamento, quasi a dire: "fiùùùùùù.... è andata!"
E' chiaro che l'arte si vive con passione e trasporto, ma è normale che poi quella sana paura del palco che attanaglia anche i professionisti, ti fa stare sulle spine, specialmente prima di andare in scena.
Credo che sia quell'umanità che rende grandi anche le piccole cose, figuriamoci portare in scena Oscar Wilde.
Sono sicuro che il pubblico che vedrà lo spettacolo in questi giorni si ritroverà nelle mie parole e come me ringrazieranno tutti i protagonisti per la splendida serata trascorsa insieme.
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